Falso concorso in tentato omicidio, scagionato in udienza ma condannato a 5 anni!

tribunale-cagliariCaso giudiziario. Dopo quattro anni da un fatto accaduto (20 maggio 2006) mi viene istruito un procedimento penale per concorso in tentato omicidio dal pm Giangiacomo Pilia del Tribunale di Cagliari. Questo procedimento viene emesso per vendetta in quanto il pm Giangiacomo Pilia è stato denunciato con procedimenti penali all’epoca in essere per abusi d’ufficio alla Procura di Roma, giurisdizionalmente competente nella punizione penale dei magistrati cagliaritani, e denunce agli Enti disciplinari (CSM, Procura Generale presso la Corte di Cassazione e il Ministero di Giustizia). L’accusa, campata per aria e senza prove oggettive, che mi viene contestata è un concorso morale a un’altro reato (falso) di tentato omicidio già emesso e giudicato contro mio padre dallo stesso pm Giangiacomo Pilia, per averlo incitato tramite delle frasi (inesistenti) a continuare una azione criminosa nel voler uccidere un ex condomino Francesco Floris. Non ho messo le mani a dosso a nessuno, ciò è stato accertato da inesistenti lesioni verso la controparte. Tutte queste accuse false sono state costruite tramite una lite in un “teatrino” di un ex garage condominiale elaborate con il falso dal maresciallo dei carabinieri Antonio Cappellu emerso un corrotto e un amico intimo della controparte. Costui è stato pluri denunciato per anni al Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri di Roma il quale ha un carteggio non indifferente contro questo soggetto. Le testimonianze, tutte false, sono le stesse risultate compiacenti su altre denunce false nei confronti miei e di mio padre emesse negli anni precedenti per liti condominiali. Istruito il processo di primo grado davanti ai giudici Massimo Costantino Poddighe, Lucia Perra ed Emengarda Ferrarese, giudici denunciati per altri abusi d’ufficio su processi riferiti a mio padre, emergono dei fatti sconcertanti che mi SCAGIONANO TOTALMENTE. Sul verbale d’udienza del 14/10/2011 ci sono state le dichiarazioni del teste Giorgio Careddu, il quale, rimangiandosi le accuse false da lui stesso prodotte, afferma da pagina 6 a pagina 10 dichiarazioni decisamente contraddittorie ma in mio favore. A pagina 8 si evince che non ho proferito nient’altro che di lasciare mio padre. A pagina 10 di suddetto verbale si evince che ho chiesto al teste Giorgio Careddu di lasciare CON PREGHIERA mio padre senza proferire nessun’altra frase. Evito di commentare le dichiarazioni incredibilmente false e assurde nel verbale d’udienza del 15/07/2011, messe in bocca da chicchessia al teste di parte offesa Francesco Floris in quanto sono deliranti. In questo processo si evince, inoltre, come le domande del giudice Massimo Costantino Poddighe siano state decisamente tendenziose verso i teste d’accusa volendo intenzionalmente mettere in bocca accuse false nei miei confronti ossia voleva per forza condannarmi. Se non ho proferito le frasi sporte nell’accusa, come mai vengo condannato, senza prove e con accuse cadute, a 5 anni di reclusione? E’ chiaro che i giudici in questione hanno commesso un’ennesimo abuso e una sistematica violazione del Codice Deontologico dei Magistrati a tal punto che ho denunciato il giudice Massimo Costantino Poddighe alla Procura di Roma ed Enti disciplinari (CSM, Procura Generale presso la Corte di Cassazione e il Ministero di Giustizia). Vorrei denunciare che gli abusi di questi giudici INCOMPETENTI non si sono fermati al solo processo ma anche nell’archiviare compiacentemente diverse querele mie e di mio padre nei confronti della controparte. Ho chiesto a chi di dovere di poter intraprendere ogni provvedimento disciplinare, ispettivo e di annullamento sentenza, necessario, nei confronti dei giudici in questione e di poter avere concreta Giustizia sul gravissimo caso denunciato da anni. (denuncia trasmessa a tutti i mass media ma non pubblicata).

Falso concorso in tentato omicidio, scagionato in udienza ma condannato a 5 anni!ultima modifica: 2014-06-17T12:39:21+02:00da patrizio-indoni
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