CASO DI MALAGIUSTIZIA CAGLIARITANA

Il 20 maggio 2006 mio padre subisce una lite all’interno di un garage con un ex condomino Francesco Floris dopo essere stato da quest’ultimo provocato. Nella lite, sia mio padre che il condomino in questione subiscono delle lesioni. La lite è sfociata per cause pregresse sia civili che penali in essere da quasi 23 anni presso il Tribunale di Cagliari che hanno avuto come oggetto diatribe condominiali e fatti personali subiti in particolar modo dalla mia famiglia mediante una congiura organizzata da alcuni ex condomini. Rigettati ricorsi e altrettanta mancanza di Giustizia presso la Corte di Cassazione. Abbiamo subito degli abusi d’ufficio incredibili e spese giudiziarie e legali per circa 90.000 euro senza mai aver avuto un risarcimento economico. La ragione di ciò è che mio padre quando era amministratore di condominio scoprì degli illeciti nei millesimi di proprietà effettuati dai condomini Francesco Floris e la moglie Isabella Garau, autrice e firmataria di circa un centinaio di querele supportate da un loro parente l’avvocato Efisio Floris, dai contenuti falsi e gravemente mendaci nei confronti della mia famiglia, certa di vendicarsi su quanto denunciato da mio padre. La Procura di Cagliari archivia per circa una quarantina di volte le nostre querele fondate nei confronti della controparte la quale viene palesemente favorita in tutto e per tutto. Con l’aiuto di un loro conoscente intimo dell’Arma un certo maresciallo Antonio Cappellu codesto condomino, Francesco Floris, riesce mediante testimonianze accomodanti e dichiarazioni FALSE a tramutare il reato di lesioni in TENTATO OMICIDIO. Tramite un terrificante fascicolo di denunce artefatte ma affette da dichiarazioni FALSE il maresciallo Antonio Cappellu consegna il fascicolo a breve mani al pm Giangiacomo Pilia (suo conoscente) il quale dopo 21 giorni trasforma compiacentemente il reato da LESIONI in TENTATO OMICIDIO. Il 9 giugno 2006 mio padre viene arrestato dal gip Giovanni Lavena e dal pm Giangiacomo Pilia i quali emettono una ordinanza di custodia cautelare dai contenuti di una BRUTALITA’ e FEROCIA inaudita. Dopo 5 giorni al carcere di Buocammino mio padre viene condotto agli arresti domiciliari nonostante il pm Giagiacomo Pilia era contrario. Esasperati da continue ingiustizie subite in tutti questi anni denunciamo i giudici del Tribunale di Cagliari alla Procura Generale della Corte di Cassazione, al CSM e al Ministero di Giustizia chiedendo l’accertamento di illeciti disciplinari mediante l’applicazione della legge n. 150 del 25 luglio 2005 specifica sulla sanzione disciplinare dei magistrati. Intanto, i giornali locali l’Unione Sarda, La Nuova Sardegna e l’ex Il Sardegna scrivono degli articoli gravemente diffamatori e calunniosi sul caso mettendo mio padre, e secondariamente il sottoscritto, in prima pagina come dei mostri con contenuti e titoli compiacenti l’accusa TERRIFICANTI e FALSI. La Procura di Roma, informata da uno di questi tre Enti, apre un fascicolo penale per fatti non costituenti reato (Modello 45) contro i giudici cagliaritani, titolare dell’inchiesta il pm Caterina Caputo. Io e mio padre veniamo chiamati a sommarie informazioni testimoniali davanti alla polizia giudiziaria del Tribunale di Cagliari dove dichiariamo l’ingiustizia subita. E’ la prima volta che a Cagliari qualcuno denuncia i giudici Cagliaritani. Il gip Giovanni Lavena viene sospeso dal suo ruolo per 4 anni. L’accusa nei confronti dei giudici Cagliaritani viene ravvisata in abusi d’ufficio. Recatomi a Roma riesco con mio padre a portare avanti i fascicoli penali contro i magistrati denunciati penalmente e disciplinarmente in sequenza sui processi svolgenti. Tuttavia il caso viene poi archiviato non ottenendo concreta giustizia. Per VENDETTA nell’essere stati denunciati, i giudici condannano mio padre sui tre gradi di giudizio per tentato omicidio (sentenza definitiva della Cassazione dell’8 marzo 2011) con dei processi incredibili per quanto RACCAPRICCIANTI mediante testimonianze compiacenti e FALSE poiché tutti conoscenti della parte offesa Francesco Floris. Veniamo DERUBATI di 37 mila euro approfittandosi di una causa civile sulla vendita (aggiungo svendita) di un nostro ex appartamento che era stato messo sotto sequestro conservativo. I processi vanno avanti negli anni, ma una assoluzione famigliare per calunnia smaschera il maresciallo Antonio Cappellu, che è stato per anni denunciato al Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri di Roma, poiché da verbali d’udienza i nostri legali riescono a produrre in udienza della documentazione che dimostra MOVIMENTI BANCARI, CORRUZIONE E REGALI (pompe di calore, orologi, inviti a cene e pranzi etc. etc.) tra codesto maresciallo la parte offesa Francesco Floris e alcuni condomini. In pratica, si scopre che il maresciallo Antonio Cappellu invitava la parte offesa Francesco Floris, la moglie e alcuni condomini a casa sua dove venivano elaborate centinaia di denunce nei nostri confronti. Il maresciallo Antonio Cappellu viene anche indagato penalmente oltre che disciplinarmente e viene trasferito dal Comando provinciale di via Nuoro a Cagliari al Comando di Dolianova (fuori Cagliari). Dopo 4 anni dalla lite accaduta nel 2006, non subito, mi viene istruito un processo per CONCORSO MORALE IN TENTATO OMICIDIO dallo stesso pm Giangiacomo Pilia il quale, per VENDETTA nell’essere stato denunciato alla Procura di Roma, mi coinvolge sul caso di mio padre. Dalle fasi processuali emerge la mia ESTRANEITA’ FISICA nella lite e vengo addirittura SCAGIONATO in udienza da un testimone (Giorgio Careddu) che si rimangia le accuse da lui stesso sporte per via della sua complicità nell’aver ricevuto denaro e regali. Nonostante tutto vengo ignobilmente condannato al primo grado di giudizio a 5 anni di carcere dal giudice Massimo Costantino Poddighe. In Appello, i giudici Maria Grazia Corradini e Fiorella Pilato mi confermano la condanna a 4 anni e 8 mesi di carcere con delle CORBELLERIE MADORNALI scritte in sentenza come un film horror. Fiorella Pilato ex presidente della Prima Commissione del CSM ha per anni archiviato le nostre denunce contro i magistrati cagliaritani coprendoli e per questo da me denunciata alla Procura di Roma. Inizialmente, il presidente della commissione della Corte d’Appello del Tribunale di Cagliari era il giudice dott. Mario Biddau poi è stato inserito in sordina questo PLOTONE DI ESECUZIONE formato da ennesimi giudici INCOMPETENTI. E’ stato fatto ricorso in Cassazione e la seconda sezione penale si pronuncerà l’8 Gennaio 2015. In questi anni sia io, mio padre e la mia famiglia siamo caduti in cure depressive psichiatriche dovute all’efferatezza e alla spietata VENDETTA GIUDIZIARIA subita. Mio padre ha tentato il suicidio (documentato) al carcere di Buoncammino nell’anno 2011 a seguito del secondo arresto sulla conferma definitiva della Cassazione, in quanto si ritiene VITTIMA DI INGIUSTIZIA. Io sono INNOCENTE non ho commesso questo reato. Ho scritto di recente al Ministero di Giustizia e al Procuratore Generale di Cagliari dott. Ettore Angioni. Siamo DISPERATI e allo stremo delle forze. Chiedo un aiuto. Chiedo Giustizia.

CASO DI MALAGIUSTIZIA CAGLIARITANAultima modifica: 2014-12-20T14:19:11+01:00da patrizio-indoni
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