Gli sperperi Rai con i soldi del canone

Se non fosse stato per l’ex ministro Varoufakis, che ha pubblicato il suo compenso di 24 mila euro più volo in business pagati da Che Tempo Che Fa programma di Fabio Fazio, non si sarebbe mai saputo nulla. La Rai prova a chiudere il caso con una direttiva sollecitata dal presidente Maggioni che estende alle società di produzione esterna “il divieto di erogare compensi a politici che partecipano a trasmissioni televisive e radiofoniche”, regoletta risalente a 15 anni fa. Una azione ridicola perchè ci dovrebbe essere una trasparenza totale dei compensi nella tv di Stato. In effetti, la Rai è una società pubblica quando si tratta di finanziarla con una imposta, ma lo è molto meno quando deve seguire gli obblighi che per legge spettano alle pubbliche amministrazioni. Quello dei tetti degli stipendi dei dirigenti fissato a 240 mila euro, ad esempio, ma raggirato dalla Rai con il trucco dell’emissioni di bond, come se fosse una banca e non una tv. Ma sopratutto, gli obblighi dei compensi di top manager, artisti e ospiti dei programmi, cifre invece avvolte in una fitta nebbia. Le cifre tuttavia contenute nel documento “compensi concernenti gli artisti e i titolari di incarichi di collaborazione o consulenza per l’anno 2014” si legge che sono 170 gli artisti e i collaboratori con un contratto superiore agli 80 mila euro: si va da un minimo di 80.186 euro ad un massimo di 1.897.445 euro, con una media a contratto di 215 mila euro circa. Nella zona top si trovano le star, gli artisti e i presentatori pagati a peso d’oro. In cima c’è Fabio Fazio, che starebbe (le cifre sono topo secret) poco sotto i 2 milioni di euro. Luciana Littizzetto si accontenta di 20 mila euro a puntata. Poi ci sono gli altri come Carlo Conti e Antonella Clerici, entrambi sul milione e mezzo di euro. Giornalisti come Massimo Giannini e Massimo Giletti attorno ai 400-500 mila euro.