Sono passati nove anni ad oggi quando la Cassazione con sentenza n. 323/2011 del 8/03/2011, proprio alla festa della donna, a firma dei magistrati Severo Chieffi, Enzo Ianneli, Luigi Pietro Caiazzo, Marcello Rombolà e Raffaele Capozzi, udito il procuratore generale Fausto De Santis, rigettavano vigliaccamente il ricorso presentato da mio padre Maurizio Indoni su un falso reato di tentato omicidio vittima di ingiustizia presso il clamoroso Tribunale di Cagliari. Veniva condannato in via definitiva a 6 anni e 6 mesi di carcere. Le vergognose motivazioni a sentenza ripercorrevano il giudizio della Corte d’Appello del Tribunale di Cagliari, le quali, venivano trasformate con il falso in un vero e proprio film horror. Con questo rigetto mio padre Maurizio Indoni, oggi ottantunenne, perdeva una casa di proprietà e veniva derubato dalla controparte di 37 mila euro soldi serviti come mangiatoia dai legali Efisio Floris, Ugo Ugas e Stefano Baghino.