Berlusconi, ecco i bonifici sospetti: in 10 anni 40 milioni per Dell’Utri

Dell'Utri.jpgIl senatore del Pdl Marcello Dell’Utri
I primi due trasferimenti erano per un prestito ma per la Finanza
quella somma non è mai tornata
GUIDO RUOTOLO

Che clima di tensione si respira a Palermo, in questa vigilia del ventennale della strage di via D’Amelio. Le polemiche con il Quirinale, l’inchiesta sulla trattativa e, adesso, «la decisione di Silvio Berlusconi di rompere unilateralmente la trattativa in corso, facendo uscire la notizia che non si è presentato in Procura, dove era stato convocato come testimone». Ecco, il clima che si respira a Palermo è esattamente questo: «Strano che l’ex presidente del Consiglio annunci la sua candidatura a premier il giorno dopo aver ricevuto la convocazione a Palermo». Anche se sono battute raccolte nei corridoi della Procura, rendono bene il clima e soprattutto delineano già i contorni di ciò che ci aspetta. Ma torniamo all’inchiesta svelata, secondo la Procura di Palermo, dagli stessi collaboratori dell’ex presidente del Consiglio. Perché in dieci anni dai conti correnti co-firmati da Silvio Berlusconi e da sua figlia Marina sono usciti quaranta e passa milioni di euro finiti sui conti correnti di Marcello Dell’Utri e di sua moglie? Sono queste le domande che si pone la procura di Palermo che ha deciso di indagare il senatore del Pdl per estorsione. Eh già, perché il sospetto è che Dell’Utri abbia estorto quei soldi al suo «principale», sodale, amico di sempre Silvio Berlusconi. Ma perché il giorno prima della sentenza della Corte di Cassazione che avrebbe potuto confermare la condanna a 7 anni di carcere per mafia del senatore palermitano, nello studio di un notaio milanese si perfeziona il passaggio di proprietà della villa di Dell’Utri a Berlusconi? Venti milioni di euro per una villa che ne vale la metà? Per dirla in breve, la Procura di Palermo sospetta che quei soldi siano una sorta di liquidazione per i servigi resi da Dell’Utri, attraverso Cosa Nostra, al Cavaliere. È vero, su alcuni bonifici Silvio e Marina Berlusconi scrivono che la causale è un «prestito», ma secondo il lavoro di verifica della Guardia di finanza, quei soldi due bonifici di 362.000 e 775.000 euro del 10 aprile del 2003 – non sarebbero mai tornati indietro. Troppe operazioni «sospette» portano la stessa procura di Roma che indaga sulla P3 a inviare a Palermo per competenza la documentazione sui bonifici che padre e figlia, Silvio e Marina, indirizzano su conti correnti intestati al senatore e alla moglie. Il 10 aprile del 2003, i due bonifici per un 1.137.000 euro; il 22 maggio del 2008 da un conto di Silvio Berlusconi presso il Monte dei Paschi di Siena parte un bonifico di 1.500.000 euro, il 25 febbraio del 2011 un altro milione di euro, l’11 marzo del 2011 altri 7 milioni. E poi, l’8 marzo scorso, la cessione della villa sul lago di Como: 20 milioni e 970 mila euro. Un prezzo sovrastimato di almeno il doppio. Una perizia del 2004 fissava il valore della villa in 9 milioni e 300 mila euro. Da quello che era emerso nell’inchiesta sulla P3 fatta dalla Procura di Roma, nel 2011 Silvio Berlusconi aveva versato 9,5 milioni di euro per ristrutturare la villa. Un anno dopo, quella villa se la compra per il doppio del suo valore. Irritazione, in Procura, per la fuga di notizie. Silvio Berlusconi aveva fatto sapere che per lunedì 16 luglio, giorno di convocazione a Palermo, era impegnato. Sua figlia Marina si sarebbe trovata all’estero (e Marina ha confermato l’appuntamento per mercoledì prossimo). Nella lettera spedita dall’avvocato dell’ex premier, Niccolò Ghedini, si spiega che Berlusconi preferirebbe essere sentito a Roma: «Sarebbe altresì auspicabile che le testimonianze, per ovvie ed evidenti ragioni di riservatezza, che certamente governano gli intendimenti anche di codesto Ufficio, non venissero assunte presso il Tribunale di Palermo, bensì presso sede diversa». La Procura di Palermo aspetta un segnale da Berlusconi. Non è la prima volta che l’ex presidente del Consiglio si nega ai magistrati antimafia. Successe già il 26 novembre del 2002. Allora, lo stesso procuratore aggiunto Antonio Ingroia si recò a Roma, a Palazzo Chigi. Un viaggio a vuoto perché Berlusconi si rifiutò di rispondere alle domande.

La Stampa

Berlusconi, ecco i bonifici sospetti: in 10 anni 40 milioni per Dell’Utriultima modifica: 2012-07-20T08:09:09+02:00da patrizio-indoni
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